L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha pubblicato, il 9 maggio 2016, il parere rivolto alla ASL Vallecamonica – Sebino e all’AO di Desenzano del Garda (AS1271).
Il parere è stato formulato ai sensi dell’art. 21 bis L. n. 287/90, relativamente al decreto n. 1158 del 30 dicembre 2015 adottato dalla ASL Vallecamonica – Sebino, avente ad oggetto l’”adesione al decreto n. 828/2011 dell’AO di Desenzano per l’affidamento del servizio di pulizia, sanificazione, raccolta e smaltimento rifiuti”; al Capitolato Speciale relativo all’affidamento dei predetti servizi, disposto dall’AO di Desenzano del Garda con procedura ad evidenza pubblica di tipo ristretto tenutasi nel 2011 e ad ogni altro atto presupposto e conseguente.
In apertura al parere, l’Autorità ha premesso che, il 30 dicembre 2015, l’ASL di Vallecamonica – Sebino ha disposto l’affidamento diretto del servizio di pulizia, sanificazione, raccolta e smaltimento rifiuti nei confronti dell’aggiudicatario di un appalto avente analogo oggetto bandito dall’AO di Desenzano del Garda a valle di un’autonoma procedura di gara avviata da questa azienda ospedaliera. Il descritto affidamento diretto è stato disposto attraverso un meccanismo di “adesione” dell’ASL di Vallecamonica – Sebino al decreto con cui l’AO di Desenzano del Garda ha aggiudicato la riferita gara, e l’affidamento diretto è stato disposto “alle medesime condizioni di cui al decreto dell’AO di Desenzano e all’offerta economica”.
Inoltre, quale presupposto dell’affidamento diretto posto in essere, si prevede, all’art. 2, punto 5, del capitolato speciale facente parte dalla documentazione della gara bandita dall’AO di Desenzano del Garda, “la possibilità di adesione successiva per le Aziende Sanitarie aderenti all’AIPEL disciplinante la fornitura di beni e servizi nel caso in cui la ditta aggiudicataria si rendesse disponibile ad estendere la fornitura alle suddette aziende”, senza precisare il perimetro oggettivo e l’importo economico complessivo della prefigurata, eventuale, estensione.
L’AGCM ha ritenuto che tale clausola, che consente la successiva adesione di altre aziende sanitarie, risulta priva di parametri di riferimento idonei a circoscrivere in maniera puntuale l’ambito oggettivo e il complessivo ammontare economico delle future estensioni, permettendo per un lasso temporale non indifferente la possibilità di affidare all’aggiudicataria una quantità indeterminata di affidamenti per importi indefiniti.
L’Autorità ha quindi ritenuto che l’affidamento diretto così disposto sia lesivo dei principi di leale competitività e imparzialità. In particolare, l’ASL, disponendo un affidamento diretto, ha di fatto realizzato l’assegnazione di un nuovo appalto di servizi senza ricorrere alle procedure di gara definite dalla normativa comunitaria e nazionale a garanzia della massima partecipazione degli operatori di mercato, così violando le disposizioni del Codice dei contratti pubblici.
L’affidamento diretto disposto, ha argomentato l’AGCM, ha sottratto una quota di commessa pubblica alle regole della competizione trasparente, producendo un indebito vantaggio concorrenziale all’aggiudicatario di una gara pubblica bandita da un’altra amministrazione sulla base delle esclusive esigenze organizzative e prestazionali di quest’ultima.
Di conseguenza, l’AGCM ha concluso che tale affidamento è illegittimo ed ha invitato le aziende intestate a comunicare, entro sessanta giorni dal ricevimento del parere, le inziative adottate per rimuovere le violazioni della concorrenza rilevate.
Le aziende interessate, tuttavia, hanno informato l’Autorità di ritenere legittimo il proprio operato, in quanto considerano l’affidamento disposto e la clausola del capitolato contestata sufficientemente perimetrati sotto il profilo oggettivo.
L’Autorità ha quindi disposto di impugnare dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia il decreto adottato dalla ASL Vallecamonica – Sebino di cui in oggetto.
Per leggere il testo del parere: AS1271
Fonte: AGCM.
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